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CAPO VERDE - ISLA do Sal - Surf Trip & Guide

La prossima volta che parto controllo meglio internet! Una grossa depressione sul basso Atlantico, lasciava sperare in una mareggiata consistente e duratura. Il sito su cui stavo “surfando” è uno dei più affidabili e visitati (wetteronline.com), confermava il vortice depressionario senza dare adito a strane interpetrazioni. Con assoluta fiducia chiamo i miei amici per confermare la partenza di lì a breve. Solo due giorni per sbrigare le formalità d’acquisto biglietti e poi... “go to” Dakar con volo di linea Air Afrique. La partenza sembrava poco promettente vista la poca elasticità della compagnia nell’imbarcare gratuitamente i nostri bagagli ”...mi dispiace ma dovete pagare per le tavole”, ci disse un'hostess al ceck-in, insomma la solita storia che capita a tutti prima o poi. Le trattative vanno avanti per alcuni minuti mettendo a rischio il nostro stesso imbarco a causa dell’orario, ma proprio per questo siamo riusciti in uno dei baratti migliori che si potesse fare...pagando £ 65.000 per quattro tavole (da £ 280.000 iniziali), abbiamo chiesto in cambio però di farci mettere tutti e tre nella bussinnes-class...buon baratto no?! Ovviamente solo per l’andata eravamo riusciti a svoltare il lusso sfrenato, ma noi volevamo arrivare il prima possibile e in quel momento poco importava come sarebbe stato il rientro...ce ne saremmo pentiti amaramente! Il trauma dell’arrivo in un paese nuovo può essere più o meno forte, dipende da dove vai, ma per noi credo che l’impatto iniziale sia stato forte. Siamo arrivati a notte avanzata, circa le 2 di notte dopo un ritardo spaventoso, le tavole non sbucavano fuori del tappeto mobile mentre dalle nostre narici fuoriuscivano lunghe sfiammate...cosa avremmo fatto lì in Africa senza i nostri “assi” paraffinati?! Sicuri che lì non avremmo trovato altre tavole a noleggio, tantomeno surf-shop forniti stile San Clemente, eravamo tesi e stanchi! La sorte ci ha dato una mano tutto il materiale è arrivato sano, ma certo difficilmente dimenticheremo “l’arrembaggio” da parte dei tassinari locali, tutti interessati al nostro trasporto, o meglio ai nostri soldi. In pochi secondi abbiamo visto i nostri bagagli partire per tutte le direzioni, con un certo imbarazzo, specialmente Roberto dato che la sua attrezzatura fotografica vale qualche milione... Recuperati i bagagli e dopo varie peripezie dell’autista ubriaco, ci siamo ritrovati nel nuovissimo surf-camp di fronte alla piccola isola chiamata N’Gor, per intenderci è su questo spot che girarono il primo “Endless Summer”, e qui abbiamo uno “scoop” interessante; si racconta che i surfisti-attori arrivati su quel luogo incontaminato, e sicuri di trovare onde solitarie, rimasero sorpresi nel vedere sulla line-up un surfista nero assolutamente privo di tecnica ma capace di prendere onde di notevole misura...il suo nome è Patinà e pare che sia il vero primo surfista nero in Africa! Lo abbiamo intervistato e lui conferma la versione dei fatti, cioè che ha iniziato a fare surf prima dell'arrivo degli stranieri e ci ha svelato anche che gli americani non erano stati molto amichevoli con lui, forse per riprendere lo spot vergine si è creato un piccolo screzio tra loro. Oggi però Patinà ha affinato la sua tecnica ed é rispettato da tutti, surfa solo quando le condizioni sono “over-head” e rimane local di uno degli spot più accreditati al mondo, in pochi lo conoscono nel nostro paese, ovvero Ouakam la destra della moschea proibita. Il surf-camp era l'unica cosa decente che avevamo trovato nel cuore della notte, la stanchezza e la vicinanza allo spot ci hanno fatto decidere per la permanenza. Il mattino seguente la visuale era assolutamente perfetta...sole, il frangere delle onde e la gente sembrava meno aggressiva della sera precedente. Francois, il responsabile sportivo del camp, ci viene incontro con la colazione in mano e dice.."oggi le onde sono buone, se volete andiamo subito!".

LE SURF
Sembrava brutto farci pregare e subito abbiamo acconsentito a prendere il barchino che ci avrebbe portato sullo spot di N'Gor, l'emozione di entrare in un nuovo spot era alle stelle, le destre si arrotolavano vicino alle roccie ma si capiva che non era un'onda particolarmente difficile... nessuno in acqua! Inutile spiegarvi le nostre giornate successive, abbiamo surfato in condizioni di glassy irreale con misura variabile dal metro e mezzo fino a tre. Gli spot intorno a Dakar sono quasi tutti su reef, solo pochi beach- break raramente divertenti nel periodo invernale ma surfabili nel periodo estivo. Al sud (5m in macchina, 10m a piedi) la possente e magnifica destra del Club-Med e lungo la stessa spiaggia troverete la destra di No Return, Secret, Vivier sinistro, Secret Two. Se, però, lo swell è "solido" potrete surfare la celebre destra di Ouakam, una delle onde più belle del mondo per le riviste francesi come Trip surf e Surf Session...attenzione a non fotografare la moschea altrimenti rischiate le pizze in faccia!

LE CLIMAT
Nel periodo invernale che và da Novembre a Marzo nel Senegal, come in Marocco, l'acqua è piuttosto fredda, sicuramente non da shorty ma anzi una calda 3.2. non dispiace. Il clima subtropicale è gradevole, secco, caldo di giorno (varia da 24° a 29°) e fresco di notte (varia da 16° a 20°). Si consiglia sempre di vaccinarsi prima di partire, ma in questo periodo invernale non è poi così necessario. Scontato dirvi di non bere acqua del posto, o di mangiare verdure che potrebbero essere a "rischio" per il vostro intestino. Il periodo compreso tra Aprile e Settembre, invece, offre temperature molto più alte sia dell'acqua (circa 28°-29°), sia dell'aria (circa 30°-40°). Novembre è il periodo delle zanzare assatanate.

SURF CAMP
Alloggiare da queste parti è abbastanza semplice e non è necessario prenotare prima per assicurarsi una cuccia dove dormire. Importante è scegliere bene perché come sempre la sola è dietro l’angolo, il surf-camp dove noi abbiamo alloggiato, gestito da francesi, è molto caro e non nascondo il fatto che con lo stesso prezzo avremmo potuto prendere in affitto una villa con servitù 24h su 24h per il doppio dei giorni e ci sarebbero avanzati soldi da spendere al Casino du Cap-Vert. La zona di Dakar offre diverse altre soluzioni alberghiere; il Club-Med, conosciuto anche per lo spot che lo fronteggia, e vari altri alberghi sulla costa. Volendo si può alloggiare anche a Dakar, ma sappiate che questa città ospita 5-6 milioni di persone quindi; traffico, delinquenza, polizia...Il surf-camp, ovviamente gestito da francesi, non è assolutamente economico e forse proprio per il fatto che siamo stati i primi clienti in assoluto, i gestori si sono accaniti particolarmente nel farci pagare anche le cose

Casino du Cap-Vert.
Dopo i primi giorni di surf senza sosta, l'arrivo della piatta ci portato nella spirale del gioco d’azzardo, tanto che tutte le sere eravamo i primi ad entrare nel Casino cercando di sbancare le “slot-machine” per poi allungarci ai tavoli della Roulette. Che dire di quei momenti in cui ti giochi: la vacanza, le tavole, i soldi per pagare il surf-camp, addirittura quelli per mangiare il giorno dopo...in un’unica botta, sul tavolo della felicità o della disgrazia, sul "rouge ou noir" contro una pallina bianca lanciata a mestiere e soprattutto contro la sfiga incalzante di una vecchia babbiona seduta vicino a noi. "Voilà...le Rouge"


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