INTERVIEW: Vincenzo Ingletto

di C. Procaccini


Come prima cosa mi sembra corretto precisare che Vincenzo Ingletto è un amico. A molti questo potrà sembrare irrilevante o poco professionale, forse tutte e due le cose. Secondo il mio modesto parere, però, una cosiddetta intervista è più vera se a fare le domande c’è qualcuno che conosci e, ancora meglio, che sa come sei. E poi devo dire che per me intervistare Vincenzo è stato un vero piacere, innanzitutto per l’affetto che provo per lui , ma anche e soprattutto perché penso che sia una gran bella persona, come ne ho trovate poche nella vita. Non è mia intenzione scrivere una celebrazione di Vincenzo (tranquilli), voglio solo far conoscere a chi legge una piccola parte del suo mondo. Abbiamo scelto per la nostra chiacchierata un luogo familiare ad entrambi: la piscina del ristorante S’Istella a S’Archittu, dove Vincenzo lavora e io trascorro la mia estate, mangiando degli squisiti manicaretti. Iniziare è difficile, ci guardiamo e ridiamo almeno per sei volte, alla settima ci riesco e per rompere il ghiaccio gli rivolgo la solita domanda:
Come, quando e perché hai iniziato a fare surf? Ho iniziato a quindici anni, anche se avrei voluto prima. Vivevo a Putzu Idu, non avevo niente da fare, così con i miei amici Wakka e Freddy abbiamo deciso di buttarci. Ci hanno seguito altre persone, all’inizio eravamo in venti poi è cominciato l’inverno e ci siamo ritrovati in quattro. Entravamo in acqua con calzettoni di lana al posto dei calzari e invece delle mute indossavamo corpetti da sub. Per non parlare delle tavole…antichissime. Oltre alla Sardegna, dove hai surfato fino ad ora? A San Diego. Ho in programma, però, di andare in Indonesia. Devo dire che la Sardegna regala delle onde talmente belle e frequenti che a volte penso di non aver bisogno di altri luoghi, quando surfo qui sono in eterno viaggio. Anzi se avessi tempo di entrare in acqua tutte le volte che c’è mare sarei campione del mondo. (ride) Qual’ è la più grande paura che hai avuto in acqua? Se ne hai mai avuta una, naturalmente. Ho pensato più volte di affogare. Chi è il tuo più grande nemico? Il tempo e la gente invidiosa. E il tuo più grande amico? (Fa una lunghissima pausa) Non so, sono indeciso tra il silenzio e il mare. Boh… Ti va di dirmi un tuo pregio? Sono generoso. Si, penso proprio di sì. E un tuo difetto? Mi capita di rado di essere pertinente. Dico le cose sbagliate al momento sbagliato. Meglio slip o perizoma? Perizoma. Quale manovra di surf preferisci? Il tubo. Mette i surfisti tutti sullo stesso piano. Non esistono differenze di stile, se esci dal tubo sei bravo. Birra o vino? Vino bianco. Pesce in crosta di patate o alla crema di funghi porcini? In crosta di patate. Hai un modello a cui ti ispiri nel surf mondiale? No, veramente no, apprezzo le imprese dei grandi surfers, però penso che loro siano facilitati perché vivono in luoghi dove ci sono sempre onde. In proporzione alcuni surfisti italiani valgono quanto loro. Il tuo spot preferito? Sa Mesa Longa (laguna) e Santa Caterina di Pittinuri Che musica ascolti? Principalmente Raggae, ma vado a periodi. (Nel frattempo arrivano dei signori per prenotare un tavolo al ristorante per la cena, Vincenzo li accoglie con la sua solita gentilezza e gli assicura i posti per la sera. Finalmente torna a sedersi.) Chi è secondo te il surfista più simpatico? Ne ho due, entrambi longboardisti: Edoardo Bachi e Leo Ranzoni. Fanno troppo ridere, ma hanno una comicità diversa come è diverso il loro modo di surfare. Loro due sono anche, secondo me, i surfisti più bravi in Italia, insieme ad Alessandro Maddaleni.. Films preferiti? Mi piace Tarantino. E poi non so, i film per appassionarmi devono essere molto tristi o molto comici. Bob Marley o Che Guevara? Bob Marley. Ti annoi spesso? Abbastanza, soprattutto quando non ci sono onde. Qual’è il libro più bello che hai letto? Il vecchio e il mare. Però leggo soprattutto libri Fantasy, è il genere che mi piace di più. Come ti giudichi come surfista? Mediocre, ma in continua evoluzione. Ci sono delle persone che si divertono a surfare sempre nello stesso modo, io non ci riesco. C’è un altro posto dove vorresti vivere? No, qui non mi manca nulla. O quasi. Ti piacciono i fiori? Certo, più di tutti le margherite; Quale animale ti piacerebbe essere? La megattera, è una balena. Bellissima. Se avessi una bacchetta magica, cosa faresti? Farei stare bene tutti quelli che amo. Mi piacerebbe anche una sinistra di due metri e mezzo davanti casa. Se potessi esprimere un desiderio, quale sarebbe? Che se ne avverino altri, riuscire a non far lavorare mia madre, per esempio, o farmi ubbidire dal mio cane C’è qualcosa che ti da particolarmente fastidio in acqua? La gente che non capisce niente di surf e vuole insegnare agli altri le proprie regole, sbagliate naturalmente. Se queste persone seguissero le vere regole del surf, potremmo divertirci tutti allo stesso modo. Prograrmmi per il futuro? Vorrei dedicare tutto l’inverno al surf, imparare l’inglese, riuscire ad usare il computer e educare Giava (il suo cane ndr). Ringraziamenti a qualcuno? A tante persone. Il primo che mi viene in mente è Ale Staffa. Lui più di tutti mi ha appoggiato e incoraggiato nel surf. Poi naturalmente mia madre, ma credo che sia sottinteso, è merito suo se sono come sono. Un’altra persona è Francesca, la mia ragazza, mi capisce più di tutti anche più dei miei amici. E poi vorrei ringraziare tutti i miei amici: J. Ivan, Morris, Checco, zio e zia, e… s
ei italiano, mandaci le foto.

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